La proposta parte da semplici ed evidenti considerazioni inerenti una serie di motivi; da quelli organizzativi a quelli della tenuta del patrimonio architettonico legato ai riti.
Queste difficoltà potrebbero, in pochi anni, compromettere la realizzazione dei ‘riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta’ o meglio ancora della ‘festa della Madonna dell’Assunta’. A questo punto la semplice domanda ‘cosa si può immaginare di fare per impedire ciò?
Renato Labagnara fornisce una serie di risposte che riguardano, a mio parere, l’aspetto squisitamente religioso sostenendo che la tutela e la salvaguardia dei Riti non passa attraverso la creazione di Enti, ma si concretizza con un ritorno alle origini nella continuità con un rafforzamento della fede verso la Madonna.
Qui ci troviamo, però, di fronte a problemi ‘pratici’… che un ‘ente’ una ‘fondazione’ un ‘organismo’ può tentare si risolvere lavorando sistematicamente.
Lavorando, per esempio, da subito, all’ inserimento nell'elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO dei Riti settennali di Guardia Sanframondi, infatti L’UNESCO ha costituito, all’interno della Divisione del Patrimonio Culturale una sezione dedicata al patrimonio immateriale ed ha anche intrapreso una serie di azioni per l’individuazione dei patrimoni immateriali di interesse mondiale meritevoli di essere considerati come 'capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità'. Inserendo tanto le “espressioni culturali” ( nel nostro caso i riti), quanto gli “spazi culturali”, ( nel nostro caso il percorso processionale, il centro storico, le chiese e i luoghi dei riti) antropologicamente intesi come “luoghi” in cui si concentrano le attività dell’evento. Quindi, un percorso che recupera, preserva e tramanda i riti, i luoghi in cui si svolgono, e anche il profondo senso religioso della manifestazione. Potrà essere questa una possibile strada da percorrere?
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