L’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) già dal 1997 ha costituito, all’interno della sua Divisione del Patrimonio Culturale una sezione dedicata al patrimonio immateriale. Ma è soprattutto con il progetto Intangible Heritage, avviato nel 1999, che l’organizzazione ha intrapreso una serie di concrete azioni in questo settore che riguarda l’individuazione dei patrimoni immateriali di interesse mondiale meritevoli di venire considerati come “capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”; Living Human Treasures. L’UNESCO include nei patrimoni immateriali dell’umanità tanto le “espressioni culturali” (lingue, letteratura orale, musica, danza, giochi, mitologia, riti, costumi, artigianato, architettura, altre arti e forme tradizionali di comunicazione e di informazione), quanto gli “spazi culturali”, antropologicamente intesi come “luoghi” in cui si concentrano le attività popolari e tradizionali e “tempi” in cui ricorrono determinati eventi. La trentaduesima sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO (Parigi, ottobre 2003) è stata dedicata al tema della tutela del patrimonio immateriale dell’umanità. In tale occasione, i paesi membri hanno adottato, a maggioranza, la “Convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale prevedendo, fra l’altro, di giungere a compilare degli elenchi nazionali dei beni da tutelare, di istituire una Commissione intergovernativa per la tutela del patrimonio immateriale, di creare due liste riguardanti: la prima, i beni immateriali rappresentativi del patrimonio culturale dell’umanità; la seconda, i beni culturali immateriali a rischio.
Marino Niola, docente di Antropologia dei Simboli all'università Suor Orsola Benincasa di Napoli parla di intervento fondamentale per salvare "l'archeologia vivente". "L’italia pur essendo uno dei paesi più ricchi al mondo sul fronte delle tradizioni, arriva in ritardo nella tutela dei Beni Immateriali. In ogni caso, la classificazione dell'Unesco avrà una ricaduta molto positiva su l’ "archeologia vivente" Niola spiega che ci sono molte zone d'Italia dove il "patrimonio immateriale" è assai più tutelato di quello materiale. "Penso ad alcune processioni del Sud, come i Riti Settennali di Guardia Sanframondi o il pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell'Arco a Santanastasia, dove non c'è¨ famiglia residente, ma ancor più se emigrata, che non si tassi per mantenere viva la tradizione. Ben di più di quanto farebbero per salvare dal degrado un'area archeologica o un monumento."
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