lunedì 27 luglio 2009

Commento a ‘Una fondazione per la tutela e la salvaguardia dei Riti settennali di Guardia Sanframondi’

Im001897

di Carlo Labagnara

La domanda su come tutelare e salvaguardare i Riti Settennali di penitenza, secondo me, ha una sola risposta che vado a presentare.

E’ necessario che quando si parla dei Riti si usi perfettamente la loro denominazione: “Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta”, dalla cui corretta analisi si scopre che in essa è compiutamente racchiusa la motivazione della loro nascita della perpetuazione fino a questi giorni. In sostanza è tutto un programma da cui non si può, né si deve scindere se si vogliono tramandarli alle future generazioni.

Oggi sul sito www.ritisettennali.info  nella sezione Blog  si parla della necessità di “tutela” dei Riti, ipotizzando una “fondazione” e si riporta un’affermazione di Lello Mazzacane che dice: ”… la festa non consente alcuna forma di tutela, nel senso in cui consideriamo la tutela di un’opera artistica…”

Assunto tanto per vero, bisogna convenire che la “fondazione”, per sua definizione e natura, va bene per i luoghi fisici in cui si celebrano, ma non per i Riti in quanto tali. La “fondazione” è “persona giuridica costituita da un complesso di beni, un patrimonio che da una persona, il fondatore, è destinato ad uno scopo pubblico o privato di beneficenza” (cfr Enciclopedia Universale Atlantica). La necessità e l’urgenza di tutelare i Riti ci sono, eccome che ci sono, ed allora di quale forma di tutela bisogna parlare? Questa manifestazione di fede, questo giubileo di penitenza incredibilmente grandioso, che si sostanzia nella “pietà popolare, pilastro della fede e della vita del popolo cristiano”, si può proteggere, a mio modestissimo avviso, in alcuni modi:

- attraverso l’elemento base su cui poggiano i Riti: come nel passato, neanche nel presente e nel futuro, essi devono essere inquinati dall’idea che sono un momento di folklore di piazza. Non sono, non dovranno e non potranno mai essere un “palio” dove le contrade – sinonimo di Rione - gareggiano per vincere un trofeo, né un appuntamento di quel turismo che si appella “religioso” e che, invece, serve a soddisfare solo un’esigenza di evasione laica, perché vissuto senza lo spirito tipico del pellegrinaggio ed i suoi fruitori non si sentono veri e propri pellegrini;

- attuando quanto il nostro parroco don Filippo Di Lonardo, sostiene in modo convinto e motivato e raccomanda nel suo libro “Festa dell’Assunta”. Le Deputazioni Rionali procedano ad un taglio quantitativo dei “misteri” (o quadri plastici) e alla razionalizzazione del numero dei loro componenti, senza nulla togliere all’essenza dei messaggi che essi offrono, parimenti, ai guardiesi, ai pellegrini e ai curiosi che nei giorni delle celebrazioni affollano le strade di Guardia. Il motivo è evidente: evitare che ci siano “comparse”, persone cioè, guardiesi o non guardiesi, che vogliono essere parte attiva solo per la presenza di telecamere, fotoreporters, televisioni italiane e straniere e quant’altro.

- producendo lo sforzo, da parte di ogni Rione, di far comporre musiche semplici per la laude alla Madonna e l’inno eucaristico, fuggendo la tentazione di farne più delle opere liriche che melodie popolari. La conseguenza sarebbe che questi canti potranno essere imparati da tutto il popolo, senza l’ausilio del maestro musicista, ed essere eseguiti spontaneamente anche durante le veglie del “primo sabato del mese”, che sono il ponte ideale tra un settennio ed un altro;

- facendo un discorso chiaro su quel mistero su cui molti media si accaniscono, negativamente, in modo impressionante e per tanti costituisce l’unico motivo per venire a Guardia a “vedere” i Riti: San Girolamo penitente, ovvero i battenti. Tutti sappiamo che queste persone incarnano in modo sublime l’espressione massima della penitenza e che nei loro confronti, giustamente, c’è particolare attenzione anche da parte della Chiesa; ma esse non sono “i Riti”, né i Riti possono sostanziarsi in loro, per cui l’equazione Riti=battenti non ha motivo di esistere. I battenti ed i disciplinanti sono i componenti privilegiati di uno dei tanti “misteri” presenti nella manifestazione, sul quale non si può intervenire nel senso di riduzione numerica, perché loro, battenti e disciplinanti, sono una “processione” anonima, che si compone al momento.

In buona sostanza credo che si debba attuare la “tutela e la salvaguardia dei Riti” non con la creazione di Enti, ma con un ritorno alle origini nella continuità, nella modernità e nel rinnovamento e con un rafforzamento della fede verso la Madonna. In virtù di essa, i Riti sono, e lo saranno sempre più. espressione della pietà popolare, il cui “soggetto è la comunità ecclesiale nella sua unità e nella sua globalità”, perché, non vi è dubbio alcuno, che essi “hanno esercitato ed esercitano un grande influsso sulla identità del popolo” guardiese “e sull’espressione esterna della fede professata”.

1 commento:

  1. La risposta al tuo intervento con il post 'Le possibile strada da percorrere'

    RispondiElimina